Ecco i 3 motivi principali che spingono al tradimento, secondo la psicologia

Infedeltà nella coppia: la scienza smonta i luoghi comuni su chi tradisce davvero

L’infedeltà di coppia continua a essere uno dei temi più dibattuti nelle relazioni moderne, ma quello che credevamo di sapere sui tradimenti è stato completamente rivoluzionato dalla ricerca scientifica. Dylan Selterman e il suo team di ricercatori hanno analizzato migliaia di casi nel 2023, scoprendo che gli stereotipi di genere sul tradimento sono largamente infondati. Le differenze tra uomini e donne nell’essere infedeli sono molto meno marcate di quanto la cultura popolare ci abbia sempre raccontato, specialmente tra le nuove generazioni.

La realtà del tradimento è più democratica e complessa di quanto immaginassimo. Non è una questione di cromosomi o istinti primordiali, ma piuttosto un intreccio affascinante di personalità individuale, soddisfazione relazionale e circostanze ambientali. Questa nuova comprensione scientifica ci permette di guardare all’infedeltà con occhi diversi, più consapevoli e meno giudicanti.

Ma cosa spinge davvero le persone a tradire? La risposta arriva da anni di studi psicologici che hanno identificato pattern precisi e sorprendenti. Preparati a scoprire una verità che potrebbe cambiare la tua percezione delle relazioni amorose.

I tre motivi principali che spingono al tradimento

Le ricerche più recenti hanno stilato una classifica precisa dei fattori che portano all’infedeltà, e i risultati sono illuminanti quanto inaspettati.

L’insoddisfazione sessuale: il primo vero colpevole

Al primo posto troviamo l’insoddisfazione sessuale, che si aggiudica senza dubbio la medaglia d’oro nella hit parade del tradimento. E attenzione: non parliamo solo di frequenza dei rapporti, ma della qualità complessiva dell’intimità fisica ed emotiva. Quando il fuoco si spegne nella camera da letto principale, aumentano drasticamente le probabilità che qualcuno vada a cercare scintille altrove.

La scoperta più rivoluzionaria riguarda proprio le differenze di genere: questo fattore vale ugualmente per uomini e donne. Addio definitivo al mito che solo gli uomini tradiscano “per il sesso” mentre le donne cercherebbero solo romanticismo. Le donne insoddisfatte sessualmente hanno le stesse probabilità di cercare appagamento fisico fuori dalla coppia, manifestando questa ricerca in modi diversi ma con la stessa intensità.

Scarso impegno nella relazione: quando l’amore diventa routine

Il secondo posto spetta allo scarso impegno nella relazione, un fenomeno subdolo che non significa necessariamente smettere di amare il partner. Si tratta piuttosto di cessare di investire energie attive nella coppia, dando tutto per scontato e smettendo di coltivare quotidianamente il rapporto.

Chi ha bassi livelli di commitment relazionale tende a percepire meno problemi morali nell’infedeltà. È come se la relazione principale non fosse abbastanza “sacra” da meritare fedeltà esclusiva, aprendo la strada a giustificazioni mentali che rendono il tradimento psicologicamente più accettabile.

Il desiderio di autonomia e varietà: la fame di novità

Completa il podio il desiderio di autonomia e varietà, collegato a quello che gli psicologi chiamano “apertura all’esperienza”. Alcune persone hanno un bisogno intrinseco di eccitazione e novità che una relazione monogama stabile fatica a soddisfare nel lungo periodo. Non si tratta di cattiveria o mancanza di amore, ma di una caratteristica fondamentale della loro personalità che li spinge costantemente verso nuovi stimoli, anche in ambito sentimentale.

Personalità a rischio tradimento: i profili psicologici rivelatori

La scienza ha identificato alcuni tratti di personalità che fungono da veri e propri “campanelli d’allarme” psicologici. Mark e Janssen nel 2009 hanno tracciato un identikit preciso delle personalità più inclini all’infedeltà.

Il narcisista: quando ci si sente al di sopra delle regole

Le persone con tratti narcisistici mostrano probabilità significativamente maggiori di tradire. Il narcisismo porta a sentirsi “speciali” e meritevoli di attenzioni multiple, vedendo le regole della monogamia come qualcosa che si applica agli altri, mai a se stessi. Inoltre, il bisogno costante di conferme esterne per mantenere alta l’autostima rende una sola relazione potenzialmente insufficiente a soddisfare questo appetito emotivo.

L’insicuro: tradimento come ricerca di conferme

Paradossalmente, anche chi soffre di bassa autostima risulta più incline al tradimento, ma per ragioni diametralmente opposte. L’insicuro tradisce per sentirsi desiderabile, cercando conferme del proprio valore attraverso nuove conquiste. È un meccanismo di difesa disfunzionale: invece di lavorare sulla propria crescita personale, si cerca una scorciatoia emotiva nell’attenzione e nell’interesse di terze persone.

L’impulsivo: quando il controllo va in tilt

Chi presenta alta impulsività ha maggiori difficoltà a resistere alle tentazioni del momento. Anche sapendo razionalmente che tradire danneggerà gravemente la relazione, nel momento critico il controllo inibitorio fallisce completamente. Questo spiega perché molti traditori raccontano poi di “non aver pensato alle conseguenze” o di essere stati “completamente travolti dal momento”.

Il peso del passato: come l’infanzia influenza la fedeltà adulta

Uno degli aspetti più affascinanti delle ricerche moderne riguarda il legame profondo tra le esperienze infantili e la capacità di mantenere fedeltà nelle relazioni adulte. Gli stili di attaccamento sviluppati nei primi anni di vita influenzano in modo determinante il nostro modo di gestire i legami amorosi.

Chi ha sviluppato un attaccamento evitante tende a mantenere sempre una certa distanza emotiva dai partner, rendendo psicologicamente più semplice l’infedeltà. Non creando legami profondi e totalizzanti, il tradimento non viene percepito come un atto così imperdonabile o devastante.

Al contrario, paradossalmente, chi presenta un attaccamento ansioso potrebbe tradire come forma inconscia di sabotaggio della relazione, spinto dalla paura dell’abbandono. È un comportamento autodistruttivo e contraddittorio: si finisce per distruggere esattamente quello che si teme di perdere, creando una profezia che si autoavvera.

Quando l’ambiente fa da complice: i fattori situazionali decisivi

L’infedeltà non dipende esclusivamente dalla personalità individuale. Anche il contesto ambientale e le circonstanze esterne giocano un ruolo cruciale, creando situazioni che aumentano il rischio indipendentemente dal tipo di persona che siamo.

Periodi di forte stress e momenti di transizione rappresentano zone di altissima vulnerabilità. Cambi di lavoro significativi, traslochi, lutti familiari, crisi di mezza età: tutti questi eventi abbassano le difese morali e aumentano il bisogno psicologico di evasione. È come se lo stress intenso rendesse più fragili i nostri buoni propositi e le nostre intenzioni fedeli.

Anche la semplice opportunità conta molto più di quanto si pensi comunemente. Avere colleghi particolarmente attraenti, viaggiare spesso per lavoro, frequentare ambienti sociali dove l’infedeltà è normalizzata o addirittura incoraggiata: tutti elementi che statisticamente aumentano le probabilità di tradimento. Non si tratta di determinismo assoluto, ma la combinazione tra opportunità e altri fattori di rischio personali crea cocktail esplosivi.

L’età del tradimento: quando si è più vulnerabili

Contrariamente ai luoghi comuni che dipingono i giovani come i campioni dell’infedeltà, le statistiche reali mostrano un quadro completamente diverso. L’infedeltà tende statisticamente ad aumentare con l’età, raggiungendo il picco massimo nella fascia della mezza età per poi calare significativamente in età più avanzata.

Questo pattern apparentemente controintuitivo si spiega con diversi fattori convergenti: maggiori opportunità lavorative e sociali degli adulti, crisi esistenziali tipiche della mezza età, routine relazionali consolidate che possono sfociare nella noia cronica. I quaranta-cinquantenni hanno statisticamente probabilità molto più alte di tradire rispetto ai ventenni.

Le nuove generazioni hanno però cambiato radicalmente le regole del gioco. Millennials e Generazione Z possiedono definizioni molto più ampie e inclusive di tradimento, che includono interazioni online, flirt sui social media, scambi di messaggi intimi. Per loro, l’infedeltà inizia molto prima del contatto fisico, abbracciando tutto lo spettro dell’intimità emotiva e digitale.

Riconoscere i segnali d’allarme prima che sia troppo tardi

Comprendere i meccanismi profondi dell’infedeltà serve soprattutto a sviluppare radar più sensibili per riconoscere i segnali di rischio emergenti nella propria relazione. Alcuni indicatori meritano particolare attenzione:

  • Crollo della comunicazione intima: quando si smette progressivamente di condividere pensieri profondi, emozioni autentiche e progetti futuri
  • Intimità sessuale cronicamente insoddisfacente: non solo scarsa frequenza, ma soprattutto qualità dell’intimità che lascia sistematicamente a desiderare
  • Assenza totale di progetti comuni: quando la coppia smette completamente di programmare insieme il futuro
  • Segretezza improvvisa ed eccessiva: cambiamenti repentini nella gestione di telefono, social media, orari e attività quotidiane
  • Investimento emotivo massiccio verso l’esterno: quando l’energia relazionale viene sistematicamente incanalata verso altre persone

Prevenzione attiva: costruire relazioni a prova di tentazione

La buona notizia che emerge da tutte queste ricerche è che l’infedeltà si può prevenire attivamente. Non si tratta di controllo paranoico o di sorveglianza ossessiva, ma di costruire consapevolmente una relazione così appagante da rendere il tradimento non solo moralmente inaccettabile, ma anche emotivamente impensabile.

Mantenere viva la comunicazione profonda, curare costantemente l’intimità fisica ed emotiva, continuare a sorprendersi e conquistarsi reciprocamente: questi sono gli antidoti più efficaci contro la tentazione dell’infedeltà. La fedeltà più autentica e duratura non nasce dalla paura delle conseguenze, ma dalla gioia quotidiana di aver trovato qualcosa di così prezioso da non voler mai mettere a rischio.

Oltre gli stereotipi: una nuova comprensione dell’infedeltà

Dopo decenni di ricerche approfondite, una verità emerge con chiarezza cristallina: non esiste un profilo univoco del traditore. L’infedeltà è un fenomeno complesso e multisfaccettato che nasce dall’interazione dinamica tra personalità individuale, qualità della relazione di coppia e circostanze ambientali contingenti.

Questa nuova comprensione scientifica ci libera dai facili pregiudizi e ci invita a guardare alle relazioni con maggiore maturità e consapevolezza. Non si tratta di diventare sospettosi cronici o di sviluppare paranoia relazionale, ma di acquisire strumenti più raffinati per nutrire e proteggere i legami che davvero contano nella nostra esistenza.

La ricerca di Selterman e dei suoi colleghi ci insegna una lezione che va ben oltre la semplice questione della monogamia: riguarda la nostra capacità fondamentalmente umana di costruire legami profondi e duraturi in un mondo che spinge costantemente verso la superficialità, l’immediatezza e il consumo emotivo. Conoscere questi meccanismi psicologici significa diventare architetti più consapevoli delle nostre relazioni, capaci di costruire fondamenta solide per l’amore che vogliamo far durare nel tempo.

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